sabato 1 marzo 2008

ISRAELE VERGOGNATI


Questo è davvero un olocausto. Spero che questa volta l'ONU non stia a guardare. Questi bambini e queste persone, però, ormai non torneranno in vita... (La Repubblica).

martedì 5 febbraio 2008

FIORI CONTRO FUCILI

venerdì 11 gennaio 2008

L'ERA DELL'ACQUARIO


Negli anni Sessanta, accanto al movimento di contestazione studentesca, videro la luce altre forme di protesta giovanile, che in varie forme esprimevano la loro contrarietà alle convenzioni sociali e culturali, alla mentalità e ai valori borghesi dell’epoca. Tra questi ebbero particolare diffusione i figli dei fiori o hippy, (termine derivato dalla locuzione hip, utilizzata gergalmente per definire “qualcuno dotato di esperienza”), giovani che sceglievano di vivere in maniera semplice e libera, all’interno di comunità autosufficienti, svincolate dalla società e dalle sue leggi consumistiche. A utilizzare per la prima volta l’espressione figli dei fiori fu il poeta Allen Ginsberg che, in occasione di una marcia pacifista contro la guerra del Vietnam, fece riferimento al potere dei fiori, come strumento di contrapposizione allo spirito bellico.

Rispetto al percorso proposto dalla Beat generation, sorta negli anni Cinquanta, che mirava, attraverso il viaggio – fisico e interiore- o tramite l’adesione a filosofie orientali, a porre il singolo individuo nella condizione di trovare una propria libera forma di espressione, gli hippy privilegiarono il movimento collettivo, proponendo un modello di vita comunitario, alternativo a quello della società tradizionale. Questo modello organizzativo, almeno negli USA, diede risultati proficui. I figli dei fiori, infatti, giunsero ad avere propri organismi assistenziali e appositi servizi ospedalieri, furono i primi a ideare i raduni pacifisti e a elaborare autonomi percorsi di espressione artistica.

I capelli lunghi sono solo uno dei segni distintivi della protesta dei giovani statunitensi degli anni Sessanta, quei giovani che bruciavano le cartoline precetto per non andare in Vietnam, che predicavano l’amore libero e la coscienza cosmica, che facevano uso e abuso di ogni tipo di acido e che non ce l’avevano con nessuno. Una generazione convinta che “quando la luna entrerà nella settima casa e Giove si allineerà con Marte, sarà la pace a guidare i pianeti e sarà l’amore dirigere le stelle. E allora sorgerà l’era dell’Acquario” (Hair).

Che cos’è l’era dell’Acquario? L’era dell’Acquario è, per i seguaci della New Age, quali appunto erano gli hippy, l’era della conoscenza, che coltiva l’ideale di una religione cosmica, contrapposta alla religione del terrore (la religione cristiana), che non conosce né dogmi, né dei costruiti secondo l’immagine dell’uomo. Secondo questa filosofia di origine orientale, l’uomo deve rivolgere la conoscenza verso se stesso, perché è lì che è depositata, lì è la verità, lì è la realtà. Attraverso la conoscenza interiore l’uomo potrà scoprire tutto. Ma il diffondersi della conoscenza non vuol dire necessariamente capire, poiché essere al corrente non vuol dire imparare. Per capire e per sapere bisogna documentarsi, esercitarsi, assimilare, ma soprattutto aprire la mente. Il destino della superciviltà degli oggetti, del materialismo, delle parole vuote, dell’inganno, del sesso senza amore è il fallimento. L’uomo raggiungerà di nuovo l’innocenza di un tempo, attraverso la preghiera, senza distinzione di religione, perché Dio è uguale per tutti.

giovedì 10 gennaio 2008

Preambolo

Questo blog sarà dedicato ai miei sogni, al mio mondo immaginario, poetico, artistico e musicale.

Non dimentico da dove vengo e non dimentico ciò che amo di più. ... evasione e fuga nei sogni...

Per dirla con gli hippy...

"L'immaginazione al potere!"

la giustiziera della notte